sabato 5 settembre 2015

Un cuore normale

Un film per colpirmi deve avere una storia che funziona e abbia un suo spessore, recitazione intensa, emozionante, coinvolgente, che ti dia quella sensazione di piccolo vuoto quando è finito. The normal heart è stato tutto questo. Sapevo che l'avrei adorato. Sapevo che mi avrebbe fatto male. Sapevo che Marc Ruffalo e Matt Bomer insieme mi avrebbero ucciso. Beh questo film è un vero e proprio pugno nello stomaco. 1981: Ned Weeks, scrittore newyorkese gay si reca a Long Islands per il compleanno dell'amico Craig Donner. Lì ha modo di vedere, tenendosi quasi in disparte, l'estrema libertà sessuale, rapporti liberi da qualsiasi vincolo o legame e l'estrema leggerezza con cui uomini si uniscono ad altri uomini. Tutto ha inizio su una spiaggia, e un ragazzo nel pieno della sua giovinezza che cade di schianto, dando la colpa al caldo. In realtà Craig è la prima delle vittime di una strana forma di cancro che si diffonde tra gli omosessuali e che al momento, non ha cura. Soltanto la scorbutica e tenace dottoressa Brookner, interpretata da un'intensa Julia Roberts, sembra volerne capire di più su questa misteriosa malattia che come un serpente strisciante e silenzioso uccide senza pietà. Il cuore pulsante di questa pellicola, stranamente proiettata solo sul piccolo schermo e firmata HBO (garanzia di qualità) sono proprio i temi che si intrecciano mirabilmente: la storia d'amore tra un disilluso Ned e il giovane e bellissimo giornalista del New York Times Felix, la battaglia per cercare una cura contro quel male silenzioso e devastante, le porte in faccia e l'ipocrisia della politica americana, i pensieri, le riflessioni, le spaccature all'interno della stessa comunità gay. Marc Ruffalo giganteggia nella sua interpretazione: è un Ned forte, troppo forte, schiacciante quasi opprimente e sprezzante, incapace di concepire la debolezza. Quella stessa debolezza che emerge per la paura di perdere l'amore più grande della sua vita. Un cuore normale che ama ed è riamato, pazzamente, fino all'estremo. Matt Bomer non lo conoscevo se non di fama: di una bellezza tanto abbagliante quanto fragile. E poi i personaggi che definire di contorno è assai riduttivo: spicca fra tutti un Jim Parsons molto credibile e intenso, lontano anni luce dalle stramberie di Sheldon Cooper. Temi scomodi, personaggi meravigliosi, una sceneggiatura scorrevole e infine un cuore...esagerato, pulsante, immenso. Normale.


Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente

Nessun commento:

Posta un commento