domenica 15 gennaio 2012

Le donne che hanno fatto l'Italia


Un ringraziamento speciale ad una mia preziosa collaboratrice che ha avuto il piacere e la pazienza di illustrarci una bella mostra a cui ha recentemente assistito. Grazie Vale!


Fino al 21 gennaio, al complesso del Vittoriano a Roma, sarà presente una mostra che merita assolutamente una visita: Le donne che hanno fatto l'Italia. 
L’obiettivo dell'esposizione è quello di costruire un percorso che attesti come le donne hanno contribuito al processo di unificazione, ai cambiamenti e alla crescita dell’Italia dall’Unità fino ai decenni più recenti.
La mostra è divisa in vari settori: la sezione “le protagoniste” presenta un dossier con donne emergenti di cui si forniscono dati biografici, foto e oggetti personali. Tra quelle che mi hanno maggiormente colpita voglio citare: Matilde Serao, Oriana Fallaci, Maria Montessori, Luisa Spagnoli, Anna Magnani, Rita Levi-Montalcini. Ho scoperto notizie personali di queste grandi donne, che mai avrei potuto supporre. Ad esempio Matilde Serao, pur essendo figlia di un giornalista, ad otto anni ancora non era in grado di leggere e scrivere, e all’inizio della carriera era stata costretta ad usare uno pseudonimo per firmare i suoi articoli. Sapevate poi com'è nato il celeberrimo Bacio Perugina? La sua ideatrice fu Luisa Spagnoli (sì proprio l'imprenditrice da cui prende il nome anche la catena di negozi di abbigliamento), la quale comunicava con il suo amante Giovanni Buitoni (che alleanza sentimental-industriale n.d.r.), scrivendo brevi messaggi per avvolgere i cioccolatini. Oriana Fallaci, invece, fu la prima donna in Italia a partire per il fronte in qualità di inviata speciale. Mi ha emozionato vedere gli oggetti a lei cari esposti in vetrina: l'immancabile compagna di viaggio, la macchina da scrivere, e il taccuino su cui scrisse Lettera ad un bambino mai nato. 
Proseguendo il percorso della mostra, la zona centrale è riservata a gigantografie di foto con raffigurati i principali mestieri femminili del passato: la maestra e la balia dedite al loro lavoro a contatto con i bambini, ma anche le mondine chine nelle risaie, e le tabacchine, avvolte nei loro scialli di seta. E’ possibile, inoltre, osservare l’uniforme delle infermiere volontarie, e alcuni abiti d’epoca ricchi di pizzi e merletti. Sono esposte anche immagini di donne impiegate nelle industrie belliche durante la prima guerra mondiale e donne alle prese con lo sport nel periodo fascista.
Poi c’è il settore dedicato a “le prime” in cui vengono ricordate donne che sono riuscite a conquistarsi il primato in determinati settori: le immagini erano organizzate in ordine cronologico, con note a margine per chiarire il merito in cui tali donne si sono distinte. Fra le più interessanti vorrei ricordare: la prima donna a partecipare al giro d’Italia (Alfonsina Strada), la prima a vincere il Nobel (Grazia Deledda), la prima a laurearsi in medicina, ma anche donne di primo piano nella scena politica (Nilde Iotti), la prima donna che si è rifiutata di accettare un matrimonio riparatore (Franca Volta), e donne che hanno lottato per la conquista del diritto di voto. Sono stati anche esposti alcuni ritagli di giornale della Domenica del Corriere del '46 con le fotografie delle ventuno donne della Costituente e in particolare le cinque a cui venne affidata la stesura della Costituzione (le comuniste Nilde Iotti e Teresa Noce, le democristiane Maria Federici e Angela Gotelli, la socialista Lina Merlin).
L’ultimo settore è dedicato al rapporto tra “donne e arte”: una sorta di mostra nella mostra, perché in questa sezione è possibile osservare alcuni capolavori dell’arte italiana al femminile, in particolare esempi di espressionismo, astrattismo e di arte povera.
Nel complesso la mostra è stata molto interessante, ben organizzata e mi ha colpito la scelta dei curatori di sottolineare come queste donne abbiano sì occupato un ruolo centrale nella storia del nostro Paese, ma non abbiano escluso il loro ruolo di madri, mogli e sorelle. 
Per concludere vi consiglio vivamente di andare a visitarla, chiunque ne abbia l’opportunità, a mio parere ne vale davvero la pena, e vi ricordo che l’ingresso è gratuito poiché la mostra è promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, unità tecnica di Missione e dal Comitato dei Garanti per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.



martedì 10 gennaio 2012

Principessa nello specchio

Facevamo sempre un gioco io e te, ricordi mami?
Quando eravamo assieme, e papà non c’era, prendevi lo specchio dal tuo cassetto magico e facevi riflettere il mio viso di bambina stupito e incantato, dicendomi che in realtà ero una bellissima principessa venuta da lontano.
-Guarda che bei boccoli biondi- mi ripetevi sempre sfiorandomi i riccioli così tanto simili ai tuoi, e sistemandoli come se fossero stati una specie di coroncina soffice intorno alla testa.
-Ma allora sono davvero una principessa!- esclamavo a bocca aperta toccandomi incredula quei miei capelli morbidi e ricci.
Ero felice e orgogliosa del nostro piccolo, innocente segreto.
Nessuno sapeva.
Solo io e te.
Una volta, ti rubai perfino il rossetto rosso che indossavi per farti ancora più bella quando uscivi con papà, imitando te, sempre stupenda ed elegante, impiastricciandomi il viso come un piccolo e ridicolo clown.
-Sei una buffa principessa ora- ridevi pulendomi la bocca dall'espressione imbronciata con un fazzolettino. 
La tua risata dolce, di cuore, che arrivava fino in fondo all’anima la sento ancora adesso.
Ti guardo.
Hai gli occhi stanchi ora, ma quel gioco non l’abbiamo mai smesso. 
Tiri fuori dalla tasca uno specchietto un po' incrinato che riflette il mio viso.
-Sono sempre la tua principessa?- ti domando candidamente, anche se i morbidi riccioli biondi sembrano adesso tante piccole stoppe di paglia. 
Tu annuisci e mi dici che una principessa rimane tale anche senza la sua corona.
Continui a ripetermelo sempre, ora che siamo lontane da casa, in uno strano posto divise da papà, anche adesso mentre siamo in fila, e camminiamo lentamente, come automi, assieme ad altre persone.
C'è una bambina davanti a me che stringe tra le braccia un piccolo orsetto di pezza e continua a piagnucolare.
Vorrei non sentirla.
Una signora ci fissa con aria cattiva.
Sembra la regina delle nevi e io ho paura.
Stiamo andando solo a fare una doccia mi dici semplicemente e mentre mi sorridi, un sorriso indimenticabile, mi passi lo specchietto e me lo infili di nascosto nella taschina di quel mio strano pigiama a righe. 
Ricambio il tuo sorriso, con il mio sdentato di bimba di sei anni.
Una principessa rimane tale anche senza la corona, mi ripeto a bassa voce guardandomi le lunghe maniche e tirando su con il naso.
Sono forte, sono forte, sono forte.
Le vere principesse non piangono mai.
Ti guardo smarrita.
Non capisco bene perché ci troviamo lì, ma poi tu mi dai un bacio con la punta delle dita e il dolore passa.
Come passava ogni volta che cadevo, sbucciandomi un ginocchio e bastava una tua carezza per farmi passare il pianto.
-Sei la mia principessa- sussurri a bassa voce per non farti sentire da nessuno.
Io sorrido finalmente felice, ancora una volta, e penso che nonostante il tuo viso scavato, quella brutta tuta a righe troppo grande per te con uno strano numero sul petto, e senza i tuoi bellissimi capelli biondi che profumano d'estate, di gioia e vita…la vera principessa nello specchio…

Resti sempre tu.